venerdì 9 maggio 2014

La meritocrazia secondo Tullio Solenghi

Quando il cognome conta di più del talento, quando l'appartenenza politica (e non occorrono tessere di partito per "appartenere") conta di più del curriculum, quando frequentare certi ambienti conta più dell'esperienza. 
Alzi la mano chi non sorride amaramente quando qualcuno promette meritocrazia
Libera Uscita ha incontrato alcuni personaggi che ci hanno parlato di merito premiato.

Tullio Solenghi :  
" Dal trio televisivo con Lopez e Marchesini alla vita in teatro "



Tullio Solenghi, attore. «Il valore della meritocrazia in un paese come il nostro è quasi sempre mortificato da componenti che con essa non c’entrano assolutamente nulla. Abbiamo coniato opportune espressioni per definirle: “Avere un santo in paradiso”. O più concretamente: “Essere ammanigliati”. 

Insomma la solita raccomandazione che quasi sempre privilegia chi non ha i requisiti o il talento per assumere un incarico, occupare un posto, una poltrona, a discapito di chi invece li possiede, ma ahime’ possiede “solo” quelli... 

Il mio settore, quello dello spettacolo non fa eccezione, anche se qui la raccomandazione cede più frequentemente il posto all’appartenenza, di vario tipo, politica, religiosa, sessuale, in generale lobbystica... Altro fattore importante, sempre alieno dal criterio meritocratico, è l’essere “figlio di ...”. 

Quante porte si schiudono magicamente al sentir pronunciare un cognome famoso... Insomma un quadro davvero disperante che riflette il malcostume italiano più frequente ed abusato. Sia chiaro, esistono delle eccezioni, e di queste posso dire di far parte, senza alcuna presunzione. Non ho ereditato un cognome famoso, non ho mai sbandierato alcuna appartenenza politica, non ho mai fatto parte di nessuna lobby. 

Devo dire che il teatro, ambiente nel quale mi sono formato, è forse uno degli ambienti in cui se non hai i numeri è quasi impossibile ingannare il pubblico, e questo mi ha insegnato negli anni, prima da solo e poi con il Trio (Marchesini , Lopez , Solenghi , ndr), a farmi strada solo col talento, la professionalità e la tenacia. 

Se oggi sono arrivato dove sono arrivato lo devo unicamente a me stesso e alle mie forze. E questa è una soddisfazione impagabile, un orgoglio senza il quale non mi sentirei in pace con me stesso».


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