martedì 6 maggio 2014

La meritocrazia secondo Ghigo Renzulli

Quando il cognome conta di più del talento, quando l'appartenenza politica (e non occorrono tessere di partito per "appartenere") conta di più del curriculum, quando frequentare certi ambienti conta più dell'esperienza.
Alzi la mano chi non sorride amaramente quando qualcuno promette meritocrazia
Libera Uscita ha incontrato alcuni personaggi che ci hanno parlato di merito premiato.

Ghigo Renzulli : "Le raccomandazioni non bastano. Il palco non mente"


Ghigo Renzulli, musicista. «Merito? Nel mio caso credo non si possa dire altrimenti. Ho mosso i primi passi, insieme ad alcuni compagni di viaggio che diverranno i Litfiba, ma in totale autonomia. Nessuna raccomandazione. Nessun nome importante da vantare. E così ho proseguito, costruendo tutto con le mie mani, con pazienza e perseveranza.

Nell’ambiente della musica è così: puoi anche essere un raccomandato, ma si tratta solo di una spinta iniziale e se non hai talento e passione la tua strada è destinata a essere breve. L’inerzia si esaurisce in fretta, infatti, e se non hai le doti giuste non c’è raccomandazione che tenga… Sei fuori dal giro. Il palco, su questo, non mente e il pubblico, è (giustamente) spietato. Rimani e continui solo se vali. Ci sono poi le eccezioni, ovviamente. Il mio è solo un discorso generale.

Il mestiere del musicista è cosa ben diversa da un impiego al Ministero, dove la logica del ritenersi sistemato una volta arrivato al successo non funziona. Anzi. È proprio da quel momento in poi che devi dimostrare quel che sei. È proprio da quel momento che le eventuali “buone parole” che ti hanno portato lì potrebbero non servire a nulla.

Personalmente, come dicevo, posso parlare di “meritocrazia”. Nessun padre famoso (il mio era un impiegato statale) e nessuna amicizia influente. Allo stesso modo, posso dire che in questi anni nessuno abbia chiesto una mia raccomandazione, che avrei in ogni caso negato. Ho aiutato qualche musicista o cantante meritevole a trovare una band, ma nulla di più. So che potrebbe sembrare strano, in questo paese, dove siamo ormai assuefatti al malcostume. Ma è proprio così. Per mia fortuna».


Nessun commento:

Posta un commento